PRO PATRIA – PAVIA 0-0
PRO PATRIA: La Gorga, Ferri,
Zaro, Possenti, Jidayi, Pisani, Capua, Coppola, Marra (57’ Degeri), Santana
(72’ Ravasi), Vettraino (90’ Pià). In panchina: Demaija, D’Alessandro, Carcuro,
Guercilena, Pià, Vernocchi. All.: Pala.
PAVIA: Facchin, Malomo,
Ghiringhelli, Pavan, Siniscalchi, Biasi, De Silvestro, Pirrone (Marchi 86’),
Ferretti, Cesarini, Manconi (70’ Grbac). In panchina: De Toni, Marino, Martin,
Buongiorno M., Anastasia, Buongiorno L., Grillo. All.: Brini.
Arbitro: Panarese di Lecce.
Note: Giornata soleggiata, ma fredda.
Spettatori: circa 700, di cui circa un centinaio provenienti da Pavia. Terreno
di gioco in imperfette condizioni. Calci d’angolo: 0-7. Espulsioni: nessuna. Ammonizioni:
Jidayi (PP), Santana (PP), Manconi (PV), Siniscalchi (PV), Degeri (PP).
Recuperi: 1’+ 4’
Busto Arsizio – Un pareggio che
non serve a nessuno. Se dovessimo sintetizzare con una battuta il derby
lombardo fra Pro Patria e Pavia non pensiamo di allontanarci dalla realtà, descrivendo
un brodino che non migliora affatto la situazione di due compagini che hanno
confermato di attraversare un momento non facile della stagione. Ne è scaturito
uno 0-0 con pochissime emozioni, in cui sono i tigrotti a dover recriminare di
più per la traversa colpita da Vettraino con ribattuta malamente sciupata da
Degeri che non ha avuto la freddezza necessaria per realizzare quello che con
molta probabilità, ed alla luce di quanto visto, sarebbe stato il gol-vittoria.
Il solito tallone d’Achille,
insomma, di una Pro Patria che continua a segnare con il contagocce: i soli 8
gol sin qui realizzati (peggiore attacco non solo del girone, ma di tutti i
campionati professionisti nazionali!) sono un dato davvero impietoso che spiegano
più di ogni altra cosa, il perché i bustocchi si trovino al giro di boa
desolatamente ultimi in classifica, con appena 8 punticini sin qui racimolati.
Ma se mentre Pala può essere quantomeno soddisfatto della reazione avuta dai
suoi giocatori dopo la brutta sconfitta del turno precedente, rimediata fra le
mura amiche nello spareggio con il Renate, non altrettanto può dirsi per un
Pavia che, partito con ben altre ambizioni, vede pericolosamente allontanarsi
le battistrada con un rendimento a dir poco altalenante e discontinuo, anche
sotto il profilo del gioco.
Opposte le motivazioni di
classifica con le quali dunque le due squadre si sono affrontate in uno
“Speroni” sferzato di tanto in tanto dalle gelide folate di tramontana, con un
Pavia desideroso di approfittare del clamoroso passo falso della capolista
Alessandria rimediato nell’anticipo di venerdì a Salò per provare magari a
riavvicinarsi alla vetta della classifica. Ed una Pro Patria alla disperata
ricerca di punti per provare a centrare una salvezza assai complicata, anche
alla luce della richiesta di pochi giorni fa di penalizzazione di 20 punti in
classifica giunta in settimana da parte dalla Procura della FIGC, nell’ambito
dell’inchiesta “Dirty Soccer” sul calcioscommesse.
Pala preferiva partire con uno
schieramento decisamente prudente rinforzando la mediana con un 4-2-3-1 in cui
Santana era posizionato dietro l’unica punta Vettraino con Marra e Coppola a
dare man forte ai lati, mentre il suo dirimpettaio Brini in avanti si affidava
al bomber Ferretti per scardinare il fortino difensivo avversario, in cui
giganteggiava con autorità Ferri.
Partivano con il piede pigiato sull’acceleratore
gli ospiti che nel primo giro di lancette conquistavano due corner consecutivi
provando a sorprendere una retroguardia biancoazzurra priva dello squalificato
Taino. Il primo tentativo a rete però era di Coppola con una conclusione dai 25
metri che Facchin bloccava senza grossi problemi. Al 4’ era ancora l’ala
bustocca a provarci di testa ma in equilibrio precario, dopo un bello spunto
sull’out destro di Vettraino, abile a liberarsi dalla guardia montata da
Ghiringhelli. Le due squadre imprimevano un ritmo molto alto alle proprie
giocate ed al 7’ finiva sul taccuino Jidayi, non senza qualche mugugno da parte
del pubblico di casa che non approvava la mancanza di provvedimenti quando
erano gli ospiti a metterla sul piano agonistico.
Squadre corte, raccolte in un
fazzoletto di campo di circa 30 metri e pressing feroce sui portatori di palla
erano il marchio di fabbrica di una fase, in cui il gioco stagnava prevalentemente
a centrocampo e le occasioni latitavano da ambo le parti. Nella monotonia generale
erano ancora i padroni di casa al 23’ ad affacciarsi nella metà campo ospite
con cross di Coppola e colpo di testa di Capua a lato. Rispondeva il Pavia un
minuto dopo con una conclusione dai 20 metri di Manconi terminata oltre la
traversa. Gli ospiti avevano un sussulto ed al 26’ era provvidenziale Possenti
a smorzare in angolo una conclusione quasi a botta sicura di Ferretti. La
conclusione di Pirrone sugli sviluppi del corner era debole e facilmente parata
da La Gorga, ed era ancora l’ala pavese a provarci al 30’ con un altro
tentativo abbastanza velleitario.
A ravvivare la gara era il
dialogo a distanza fra l’incerto direttore di gara Panarese (che infervorava
gli animi nelle tribune con alcune decisioni abbastanza discutibili) e mister
Pala che accoglieva in maniera polemica l’assenza di severità mostrata dal
fischietto salentino nei confronti dei giocatori ospiti, meritevoli
probabilmente di qualche giallo per alcune rudezze di troppo. Anzi, era Santana
a rimediare l’ammonizione per un’entrata su un avversario apparsa in realtà non
così cattiva. Sul finire della frazione di gioco, Ghiringhelli provava l’azione
solitaria ma senza trovare lo specchio dalla porta, mentre dall’altra parte la
conclusione di Santana terminava di qualche metro a lato. Il tempo si chiudeva con un colpo di testa di
Zaro, sugli sviluppi di una punizione dal vertice destro dell’area pavese
calciata da Santana, che però non impensieriva Facchin.
Le squadre si ripresentavano sul
campo con gli stessi effettivi che avevano disputato la prima frazione di
gioco. Lo “Speroni” accoglieva con applausi ironici il primo cartellino giallo
mostrato dal direttore di gara nei confronti dei giocatori pavesi e nella
fattispecie di Manconi, reo di un’entrata abbastanza dura su Coppola. La prima
occasione della ripresa portava la firma ancora di Ferretti che al 52’ non
riusciva a coordinarsi bene a pochi metri dalla porta dopo una bella giocata di
Manconi. Gli ospiti accentuavano la pressione nella metà campo bustocca, conquistando
alcuni corner anche se al 56’ un’azione insistita dei padroni di casa produceva
una conclusione abbastanza insidiosa di Possenti. La Pro Patria ci credeva ed
al 58’ confezionava l’occasione più nitida della partita: Zaro era bravo e
caparbio a conquistare una punizione sulla fascia destra e sugli sviluppi del
tiro piazzato, Facchin compiva un autentico miracolo deviando sulla traversa
una conclusione ravvicinata di Vettraino. Sulla respinta, il neo entrato Degeri
mandava incredibilmente alto da favorevolissima posizione fra la disperazione
dei tifosi tigrotti che vedevano sfumare il possibile 1-0. Per la replica del
Pavia, bisognava attendere il 71’ quando De Silvestro svettava di testa ma
mandava alto. Pala effettuava intanto il suo secondo cambio a disposizione e
richiamava in panchina l’applauditissimo Santana, autore di alcune pregevoli
giocate, per gettare nella mischia Ravasi. All’80’ azione prolungata dei
bustocchi con Ferri che sciupava tutto, svirgolando in piena area pavese. La
gara scivolava via senza grossi sussulti, anche se l’arbitro dimenticava il
giallo quando Ghiringhelli entrava in maniera scomposta su Vettraino costringendolo
ad uscire dal campo per far posto all’ex giocatore del Napoli e dell’Atalanta,
Inacio Pià. Una conclusione abbondantemente alta di Ravasi nel primo dei 4
minuti di recupero accordati da Panarese era l’ultima azione degna di nota, di
una partita brutta in cui ai punti avrebbe probabilmente meritato di vincere la
Pro Patria.
Francesco Montanino