“NAPOLI CAMPO CENTRALE”: FRA STORIA, CURIOSITÀ E STATISTICHE

 

Un momento della presentazione del libro. Da sinistra verso destra: Roberto Beccantini, Jo Araf, Luigi Gallucci, Niccolò Mello (moderatore e fondatore di gameofgoals.it), Alberto Cerruti. Fra i relatori, il match analyst di casanapoli.net Alessandro Cardito.

A quasi un anno di distanza dalla conquista del terzo scudetto del Napoli, si è tenuta all’Offside Sports Pub di Milano, la presentazione di “Napoli Campo Centrale”, ultima fatica editoriale del collega, direttore ed editore del quotidiano onlineSportflash24”, Luigi Gallucci.

L’idea di scrivere un libro sul Napoli di Spallettiha commentato Gallucci – è nata un po' per caso, avendo voluto approfondire ciò che è accaduto negli ultimi due anni, riallacciandomi però alla storia degli azzurri. Sono andato a scavare in quella che è stata la storia del calcio a Napoli, prima del 1926 quando è stato fondato il Napoli, e nel periodo a cavallo fra le due guerre. In effetti, ho trovato tante cose interessanti che ho messo in questo libro come, ad esempio, la partecipazione degli azzurri alla Mitropa Cup del 1934. Ho cercato di elevare il racconto narrativo sportivo, con un lavoro di ricerca iniziato a Marzo e terminato a Settembre dello scorso anno. Ho avuto una prima intuizione di “centralità” del Napoli già nel 2008, alla vigilia di Napoli-Benifca, valevole per il primo turno di Coppa UEFA che quella sera era l’unica partita in programma fra due squadre che avevano vinto trofei UEFA. Tale sensazione di centralità, a partire dalla partita contro il Milan a “San Siro” e in maniera via via crescente, l‘ho ritrovata nello scorso campionato, perché la squadra di Spalletti era quella che attirava su di sé le maggiori attenzioni di tifosi e addetti ai lavori”.

Luigi Gallucci

“Sul successo del Napoli di Spalletti – ha osservato lo storico inviato di “Gazzetta dello Sport” e “La StampaRoberto Beccantini – c’è molto di Aurelio De Laurentiis. Poi ci sono le mani del tecnico, i piedi dei giocatori, Giuntoli…..tutti hanno avuto un ruolo fondamentale nella conquista di questo grande risultato. L’aver puntato su Spalletti che oggi è il ct della nazionale, reduce da un’esperienza comunque significativa in Russia, è stata la mossa vincente. De Laurentiis – come Ferlaino nel 1987 – ha fatto un qualcosa di straordinario, perché vincere a Napoli e nel Sud continua a essere una vera e propria impresa e Luigi Gallucci nel suo libro ha raccontato questo storico trionfo con la passione del tifoso e con il rigore dell'analista”.

Roberto Beccantini

Affascinante e suggestivo il parallelo che Alberto Cerruti de “La Gazzetta dello Sport” ha fatto fra il terzo scudetto del Napoli e la conquista del terzo titolo mondiale della nazionale azzurra in Spagna: “come il gruppo di Bearzot del 1982, anche il Napoli di Spalletti ha trionfato in maniera del tutto inattesa, ed entusiasmando. Allo stesso modo, è incredibile come – nel momento in cui abbiano raggiunto l’apice – è poi iniziata la loro parabola discendente: l’Italia non riuscì nemmeno a qualificarsi agli Europei del 1984, mentre il Napoli rischia – per la prima volta in 15 anni – di non riuscire a centrare la qualificazione a una competizione calcistica continentale. La partenza di Spalletti ha interrotto la magia che si era venuta a creare e l’arrivo di Garcia, che non ha saputo sostituirlo, ha aumentato oltre misura i problemi che erano iniziati a sorgere”.

Alberto Cerruti

Tante le curiosità e gli aneddoti raccontati, durante la presentazione del libro. In tale ambito, Jo Araf (autore di libri sul calcio degli anni ‘30) ha citato il doppio confronto degli ottavi di finale, nella Mitropa Cup del 1934, che vedeva gli azzurri opposti ai fortissimi austriaci dell’Admira Vienna ( poi divenuta in seguito ad una fusione nel 1997, Admira Wacker - n.d.A.); sfide terminate entrambe in parità (0-0 e 2-2 con primo gol europeo realizzato dalla leggenda Attila Sallustro), prima del replay in campo neutro a Zurigo in cui gli azzurri persero 5-0 in una capitale svizzera in cui quel primo luglio si parlava molto napoletano sugli spalti.…Altre chicche che è possibile scoprire e leggere nel libro, le correlazioni fra il Napoli di Ottavio Bianchi e quello di Luciano Spalletti, le statistiche che vogliono Mertens, Higuain, Cavani e Osimhen come i più forti attaccanti nella storia azzurra, in termini di gol realizzati in un’unica stagione.


Il prossimo libro che ho in mente di scrivere – ha concluso Galluccisarà sulla cultura calcistica, in cui Napoli non sarà l’elemento centrale come in “Napoli campo centrale”, ma comunque uno dei suoi principali fulcri”.

Francesco Montanino





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