All'alba
della nuova stagione di uno degli sport più amati a Mosca e dintorni
ripercorriamo la stagione attraverso le gesta ed i risultati degli atleti che
più si sono distinti nell'annata appena conclusa.
Daria
Kasatkina Classifica alla mano è lei la capofila del movimento
femminile della Federazione Russa. La ventunenne di Togliatti ha chiuso la
stagione al decimo posto della classifica Wta dopo un'annata più che positiva
(42 vittorie e 24 sconfitte nel circuito), impreziosita dal successo nel torneo
di Mosca lo scorso ottobre. Una stagione iniziata ad alti livelli e che ha avuto
il suo culmine in due finali di prestigio. A febbraio, a Dubai, “Dasha”
è arrivata all'ultimo atto dopo aver regolato giocatrici del calibro di
Radwanska, Konta, la connazionale Vesnina e la campionessa slam Muguruza prima
di arrendersi ad Elina Svitolina. A marzo ha espresso tutto il suo talento ed
il miglior tennis dell'anno nel deserto californiano arrivando fino in fondo al
Premier Mandatory BNP Paribas Open di Indian Wells. Sul cemento statunitense,
prima di cedere alla giapponese Osaka (futura trionfatrice agli US Open), la
giovane russa si è presa lo scalpo di ben 4 vincitrici slam: la beniamina di
casa Sloane Stephens, la numero due del mondo e fresca vincitrice degli
Australian Open Caroline Wozniacki, Angelique Kerber ed un'icona del tennis
mondiale come Venus Williams. In primavera, nella parte di stagione su terra
rossa è mancato l'acuto, ma meritano di essere menzionati i quarti di finale
ragggiunti a Madrid (sconfitta solo dalla futura campionessa Kvitova), il terzo
turno a Roma (eliminata anche qui dalla futura vincitrice Svitolina) ed i
quarti di finale raggiunti al Roland Garros. La russa ha poi confermato la sua
attitudine ai grandi appuntamenti centrando i quarti di finale anche sull'erba
londinese di Wimbledon dove, anche in questa circostanza, ha ceduto il passo
solo alla futura trionfatrice del torneo, ovvero l'esperta tedesca Angelique
Kerber (vincitrice in finale su Serena Williams). Poi, nel finale di stagione, il trionfo di
Mosca. Una finale sofferta, quella giocata contro la tunisina Jabeur, entrata
in campo da sfavorita e quindi senza nulla da perdere. Pressione ed emozione
hanno invece investito Dasha, entrata in campo contratta ma che ha saputo poi
reagire, dopo aver perso il primo parziale, imponendosi in rimonta con il
punteggio di 2-6 ; 7-6 (3) ; 6-4 per la gioia del pubblico di casa.
Karen
Kachanov Se Daria guida la squadra femminile, Karen si è guadagnato sul
campo il ruolo di leader del fronte maschile. Il gigante di Mosca (alto 1,98
m), classe '96, ha confermato nel 2018 tutte le aspettative che si erano create
attorno a lui. Una stagione che lo ha visto chiudere subito a ridosso della top
ten (11ma posizione nel ranking ATP – 46 vittorie e 22 sconfitte nel 2018) e
conquistare ben 3 titoli. Un anno iniziato subito con il primo successo
arrivato già a febbraio sul cemento di Marsiglia, dove ha superato in una
finale tirata l'idolo di casa, il francese Lucas Pouille con il punteggio di
7-5 ; 3-6; 7-5. Più sofferta, anche per
le caratteristiche tecniche del giocatore, è stata la parte centrale di
stagione disputata su terra rossa. Una superficie più lenta e quindi meno
adatta a mettere in risalto la velocità di palla e la potenza di braccio del
russo. Poi dopo l'estate, il ritorno sul
cemento ha segnato la sua definitiva esplosione. Prima a New York, dove agli US
Open ha raggiunto il terzo turno prima di uscire a testa alta contro il
pluricampione Rafael Nadal, in un tiratissimo
7-5; 5-7; 6-7 (7); 6-7 (3). Dunque il trionfo di casa, alla VTB Kremlin
Cup di Mosca, dove ha facilmente superato in finale il francese Mannarino con
un doppio 6-2. Infine, il suo capolavoro. Nell'ultimo Master 1000 di stagione,
sul cemento indoor del Rolex Masters di Parigi-Bercy, Kachanov è giunto al
trionfo superando ben 4 top ten: il gigante statunitense John Isner, il
capofila della Next Gen Alexander Zverev, l'autriaco Dominc Thiem e, all'atto
finale, il fuoriclasse serbo (trionfatore degli ultimi due slam di stagione),
Novak Djokovic, superato in una finale pressochè perfetta con il punteggio di 7-5
; 6-4. Un'impresa che ha riacceso i riflettori e dato nuova linfa al movimento
tennistico russo. L'ultimo ad imporsi in un torneo di pari livello era stato,
nel 2009, Nikolaj Davydenko.
Daniil
Medvedev Se Kachanov ha ottenuto i successi più luminosi, non è stato
l'unico a raccogliere i frutti del suo talento. Il ventiduenne moscovita è
stato il primo tennista a regalare un successo alla Federazione Russa in questo
2018, al primo torneo giocato dove, nell'Atp 250 di Sydney, ha superato in
finale il padrone di casa, nonché altra stella emergente della next gen Alex De
Minaur, rimontando l'iniziale svantaggio, con il punteggio di 1-6 ; 6-4 ; 7-5.
Poi, anche lui come il connazionale e coetaneo Kachanov, ha dato il meglio di
sé nella seconda parte di stagione. Nell'estate statunitense ha trionfato al
Winston-Salem Open superando in finale l'americano Steve Johnson con un doppio
6-4. Poi, nella stagione asiatica, il sigillo più importante. Ad ottobre,
nella finale del Rakuten Japan Open
Tennis Championship, Daniil non ha lasciato scampo all'idolo locale, nonché
favorito della vigilia, Kei Nishikori, liquidandolo con un secco 6-2 ; 6-4 e
chiudendo l'annata alla posizione n. 16 del ranking Atp (con un saldo
complessivo di 43 successi e 24 sconfitte).
Maria
Sharapova La campionessa siberiana (5 slam in carriera: 2 Roland
Garros, 1 Australian Open , 1 Wimbledon, 1 US Open) non ha certamente vissuto
la sua miglior stagione, conclusasi senza titoli in bacheca e con pochi match
disputati nel corso dell'anno (appena 31, 20 vittorie ed 11 sconfitte).
L'assenza forzata di 15 mesi dal circuito (tra il gennaio 2016 e l'aprile del
2017), ed il conseguente azzeramento della sua classifica, hanno messo a dura
prova la seconda parte di carriera di “Masha” che ha dovuto
attingere a tutto il suo temperamento per risalire la china. Pur avendo chiuso
l'anno senza successi, Sharapova ha comunque dimostrato di poter essere ancora
competitiva a certi livelli. Ha raggiunto i quarti di finale a Madrd, la
semifinale a Roma (agli Internazionali
BNL d'Italia), di nuovo i quarti di finale al Roland Garros ed ha conluso la
stagione con gli ottavi di finale agli Us Open. Risultati che le hanno permesso
di rientrare tra le prime 30 giocatrici al mondo (attualmente è n. 29 del
ranking Wta), consentendole così l'accesso diretto al tabellone principale dei
tornei della prossima stagione. A 31 anni Masha può e deve ancora dire la sua.
Svetlana
Kuznetsova Così come per Masha, seppur a causa di motivazioni
differenti, travagliata è stata pure la stagione della fuoriclasse,
bicampionessa Slam (US Open 2004, Roland Garros 2009), Svetlana Kuznestova. La
trentatreenne di San Pietroburgo ha saltato i primi due mesi di stagione a
causa di un intervento al polso sinistro avvenuto nel finale del 2017.
Rientrata in campo, non ancora in perfette condizioni, ha faticato a trovare
gioco e ritmo. Eppure, il suo indiscusso talento, le ha permesso di agguantare,
all'inizio di agosto, il Citi Open di Washington (diciottesimo titolo della sua
eccezionale carriera), dove ha sconfitto in finale la croata Donna Vekic,
superata in rimonta dopo aver perso il primo set con il punteggio finale di 4-6
; 7-6 (7) ; 6-2. L'inizio del 2019 non sarà semplice (ha già annunciato che per
preparare al meglio la stagione salterà gli Australian Open), ma l'augurio è di
vederla giocare ai livelli ai quali gli appassionati di questo sport hanno
avuto modo di ammirarla nell'arco della sua carriera.
Margarita
Gasparyan Ci sono storie che più di altre si ha il piacere di
raccontare. Margarita Gasparyan,
moscovita classe '94, dopo un'ottimo inizio di carriera che l'aveva vista
trionfare a Baku nel 2015, si era poi dovuta arrendere ad una ininterrotta
serie di infortuni e tre interventi al ginocchio. Da Wimbledon 2016 era sparita
dai campi di gioco per farvi rientro solo 15 mesi dopo, senza classifica. La
svolta quest'anno, dopo i buoni risultati ottenuti nel circuito ITF ed aver
chiamato al proprio angolo Carlos Martinez Comet. Il sodalizio con l'allenatore
spagnolo ha dato subito i suoi frutti e così il 29 settembre, dopo aver
liquidato nei turni precedenti giocatrici del calibro di Tania Maria e Mona
Barthel, al Wta Tashkent Open, ha sconfitto in finale la giovane connazionale
Anastasia Potapova con il punteggio di
6-2 ; 6-1, aggiudicandosi così (a tre anni di distanza dal primo) il
secondo titolo in carriera. Un successo
che, unitamente ad altri risultati di rilievo, le ha consentito di scalare la
classfica rientrando così tra le prime cento del mondo (attualmente è n. 92,
avendo collezionato complessivamente in stagione 31 vittorie e 12 sconfitte).
Un ritorno, quello della Gasparyan, salutato con affetto da tutti gli
appassionati di tennis. La sensazione (e la speranza) è che si tratti per lei
del luminoso inizio di una nuova carriera.
Daria, Karen, Daniil, Maria, Svetlana,
Margarita, ma non solo. Merita una citazione di rilievo sicuramente la veterana
del circuito Anastasia Pavlyuchenkova (numero 42 del ranking). La
ventisettenne russa anche nel corso di questa stagione ha dimostrato tutta la
sua determinazione, solidità e concretezza. Quelle caratteristiche che le hanno
consentito, anche quest'anno, di aggiudicarsi almeno un torneo del circuito. La
russa ha infatti scritto il proprio nome nell'albo d'oro del torneno di
Strasburgo, dove ha superato, in una finale tiratissima, la slovacca Dominika
Cibulkova: 6-7 (5) ; 7-6 (3); 7-6 (6) il risultato finale.
Così come Anastasia
Potapova (numero 93 del ranking). Nata a Saratov, classe 2001, la
giovane russa, pur senza centrare il successo, è stata comunque in grado,
appena diciassettenne, di raggiungere due finali (River Cup, persa contro Olga
Danilovic; Tashkent Open, sconfitta in finale dalla Gasparyan). E c'è da essere
certi che il futuro sarà ricco di successi. Così come, se i troppi infortuni
che ne hanno condizionato il rendimento gli daranno tregua, sarà costellato di
trionfi l'avvenire di Andrej Rublev. Il ventunenne moscovita
(numero 68 del ranking e già un titolo Atp in bacheca conquistato nel 2017 ad
Umago), che ad inizio anno ha raggiunto la finale in Qatar (sconfitto dal
francese Monfils 6-3 ; 6-2) e che ha chiuso la stagione conquistando il terzo
posto alle Atp Next Gen Final disputate lo scorso novembre a Milano, ha classe
da vendere e tutte le carte in regola per affiancare i connazionali Kachanov e
Medvedev ai vertici del tennis mondiale.
Una
rapida cerrellata per rinfrescare la memoria in vista della stagione che sta
per iniziare, pronta ad aprire i battenti a partire dalla fine di dicembre con
il WTA di Shenzen (Cina, dal 30 dicembre al 5 gennaio), l'ATP e WTA di Brisbane
(Australia, dal 31 dicembre al 6 gennaio), l'ATP di Doha (Qatar, dal 31
dicembre al 5 gennaio), l'ATP di Pune (India, dal 31 dicembre al 5 gennaio) ed
il WTA di Auckland (Nuova Zelanda, dal 31 dicembre al 6 gennaio).
Stefano Tardi
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