Una versione stellare di Fabio Fognini cancella Rafael Nadal con uno score nettissimo: 6-4, 6-2 sul rosso di Monte Carlo. Non lo batteva dagli US Open 2015 - quando rimontò da 2 set a zero vincendo al quinto - e oggi, ancora contro Rafa, Fabio compie un'altra magnifica impresa. Giocherà la sua prima finale Masters 1000, la domenica di Pasqua, contro il serbo Dusan Lajovic.
L'impresa è di quelle storiche per più di un motivo. Primo, perché Fabio Fognini non batteva Rafael Nadal da quattro anni: fu un capolavoro a Flushing Meadows - perché nessuno, nè prima nè dopo, ha mai rimontato Rafa da 2 set a zero - ed è un’impresa oggi, alla svolta della carriera del nostro passionario della racchetta. Secondo, perché qui Nadal ha vinto 11 volte il torneo e non perdeva proprio dal 2015: in altri termini, questa è la quinta sconfitta di Rafa in 15 anni a Monte Carlo. Terzo, perché a 31 anni Fabio accede per la prima volta in finale nei Masters 1000, col suo tennis bello e dannato. Quarto, perché l’Italia manca all’epilogo monegasco dal 1977, quando Corrado Barazzutti s’inchinò a Borg, e non vince il torneo a Monte Carlo dal 1968, il secondo in successione di Nicola Pietrangeli. Sono stati i due anni più creativi del Novecento italiano. Quinto: l’immaginazione è al potere.
Veloce come il vento. Fabio ha iniziato il torneo monegasco pieno di dubbi sul suo futuro prossimo, tra dolori e difetti sparsi. Ha battuto Rublev e Coric in rimonta e nettamente Zverev, ha giocato un tennis stellare contro Nadal. Come in una bolla da cui, a parte il solito sfogo contro il giudice, gli è riuscito proprio tutto, davvero tutto. È salito in cattedra lungolinea di rovescio. Ha accelerato ogni colpo, estraendo dalla racchetta lob e drop-shot, smash e volée. S’è preso molti rischi perché sennò non batti Rafa sulla terra battuta, nemmeno se Nadal è in giornata no e oggi, va detto, al re è cascata la corona. È stato, Fabio, semplicemente magnifico.
RED
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