Nizza (Francia)
– A pochi giorni dal referendum sulla permanenza o meno nell’Unione Europea,
l’effetto Brexit si fa sentire per l’Inghilterra anche agli Europei di Calcio
che si stanno disputando in Francia. Stavolta il LEAVE arriva però non dalle
disparate contee del Regno Unito, bensì dall’Islanda alla sua prima volta in
una fase finale di una competizione calcistica. La prima grande sorpresa della
versione extra della rassegna continentale per nazioni, arriva dunque da un
paese particolarissimo in cui convivono, a volte in incredibile simbiosi, i
ghiacci con il fuoco dei tanti vulcanetti che circondano questa piccola isola
più vicina al Polo Nord che non al resto d’Europa.
Quella
dell’Islanda è una vera e propria favola, e non solo perché quella terra ben si
presta a narrazioni che fanno viaggiare la fantasia di ciascuno di noi. La
realtà parla di una squadra ben messa in campo, quadrata ed organizzata che non
a caso sino ad oggi è imbattuta. La squadra allenata da Lagerbaeck è stata
infatti capace di concludere il proprio girone al primo posto, davanti al
Portogallo di Cristiano Ronaldo (non certo l’ultimi arrivato) e dopo aver già
ottenuto lo scalpo della ben più quotata Austria.
Poi l’impresa da
tramandare ai posteri e che proietta di diritto questa squadra già nella
storia: il clamoroso ed inaspettato trionfo contro una delle favorite di questa
edizione, nonché patria del gioco del calcio, ovvero l’Inghilterra, che mai
come quest’anno era particolarmente accreditata per la vittoria finale.
Considerando non
solo l’ottimo tasso tecnico a disposizione della compagine allenata da Roy
Hodgson ma anche le credenziali con cui inglesi si erano presentati alla
vigilia di questa manifestazione.
Basti pensare
che solo qualche tempo fa, l’Inghilterra era riuscita a vincere contro i
campioni del mondo della Germania – anche se in amichevole – rimontando da 0-2
a 3-2! Quando però si è trattato di fare sul serio, pure stavolta la nazionale
dei tre leoni ha deluso le aspettative.
E pensare che il
rigore con cui Rooney dopo appena 4’ di gioco aveva aperto le danze, sembrava
far presagire una comoda sgambata per l’Inghilterra. Ed invece così non è stato
perché in appena 15 minuti, Sigurdsson prima e Sightorsson poi, approfittando
di una serie di incredibili dormite della difesa inglese, trovavano il modo per
ribaltare definitivamente il risultato. Al termine, il tabellone avrebbe detto
1-2 con l’Islanda che in contropiede addirittura ha avuto più di una chance per
arrotondare ulteriormente il punteggio.
A fine gara, il
ct Hodgson ha annunciato le proprie dimissioni, sancendo di fatto – ancora una
volta – l’ennesimo flop di un’Inghilterra che pur avendo inventato questo
sport, continua paradossalmente a vedere riempita dal solo titolo iridato
conquistato ormai mezzo secolo fa, la propria bacheca.
Adesso sulla
strada di questa matricola terribile, ai quarti di finale ci sono i padroni di
casa della Francia. Il pronostico sembrerebbe anche in questo caso pendere
tutto dai transalpini, ma attenzione. Gli Europei periodicamente raccontano di
squadre che partendo senza godere dei favori del pronostico, addirittura
arrivano a trionfare: è stato il caso, nel 2004, della Grecia capace di trionfare
al cospetto del favoritissimo Portogallo che fra l’altro giocava davanti al
proprio pubblico. Oppure, tornando ancora più indietro nel tempo, a quella
Danimarca che nel 1992 dopo aver sostituito una Jugoslavia martoriata dalla
guerra, riuscì a battere in finale la Germania, che anche allora era campione
del mondo in carica. Se è vero che esiste il detto “non c’è due, senza tre”,
l’idea di puntare qualche euro sull’Islanda quale vincitrice di questa edizione
dei Campionati Europei inizia a farsi strada in più di uno scommettitore.
Per il resto, da
segnalare l’impresa della nazionale italiana che, al cospetto di una Spagna
lontana parente di quella che appena due anni strapazzò gli azzurri allora allenati
da Prandelli a Kiev con un perentorio 4-0, si prendono la rivincita ed ora
sfidano i tedeschi in una sfida diventata ormai un classico del calcio
mondiale. Anche per la riedizione dell’ultima finale degli europei, il
pronostico iniziale è stato letteralmente sovvertito grazie ad una prestazione
molto grintosa ed attenta degli uomini allenati da Conte che hanno inaridito da
subito le fonti del gioco iberico che hanno sofferto enormemente la copertura
degli spazi e la grande aggressività nelle zone nevralgiche del campo palesati
dagli italiani. Non arrivava affatto peregrino il gol di Chiellini al 33’,
rapido sotto porta ad avventarsi su una respinta difettosa di De Gea ed a
ribadire in rete, un vantaggio più che meritato anche per le tante occasioni create
e per le grandi parate dell’estremo difensore spagnolo che tenevano a galla la
formazione di Del Bosque. La Spagna abbozzava una reazione nella ripresa, ma
solo negli ultimi 15’ trovava il modo di rendersi minacciosa dalle parti di
Buffon che dal canto suo sapeva farsi trovare pronto di fronte alle conclusioni
di Morata e Pedro. In pieno recupero arrivava il 2-0 che chiudeva il discorso: con
la Spagna tutta protesa in avanti alla disperata ricerca del pareggio, Insigne,
da poco entrato, vedeva dall’altro lato della trequarti avversaria l’arrivo in
solitaria di Darmian che dopo essersi liberato di un difensore spagnolo serviva
un assist al bacio per l’accorrente Pellè che, come nella gara d’esordio con il
Belgio, da due passi non doveva far altro che mettere in rete da due passi.
Adesso la grande sfida sabato sera a Bordeaux contro la corazzata Germania,
capace di annichilire con un secco 3-0 la Slovacchia di Hamsik e Kucka e che
sta dando l’impressione di essere sulla buona strada per tornare ad essere quella
squadra che due anni fa in Brasile si comportò da vero e proprio rullo
compressore.
Per la Spagna
invece è la fine di un ciclo inaugurato 8 anni fa e culminato con le conquiste
di un Mondiale (2010 in Sudafrica) e delle ultime due edizioni degli Europei
(2008 in Austria e Svizzera, e 2012 in Polonia ed Ucraina).
Negli altri
ottavi disputati, successi oltre il 90’ per Portogallo (tempi supplementari) e
Polonia (rigori), rispettivamente contro Croazia e Svizzera. Mentre la Francia
ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio di una mai
doma EIRE che era addirittura andata in vantaggio con un rigore trasformato
dopo appena due giri di lancette da Brady. Poi ci ha pensato Griezmann ha
rimettere le cose a posto per i blues di Deschamps, dopo un primo tempo in cui
i transalpini hanno sofferto tantissimo l’aggressività degli irlandesi.
Infine, tutto
facile per il talentuoso Belgio che sembra aver ingranato la marcia dopo aver
steccato la gara iniziale con l’Italia, anche se l’Ungheria esce con l’onore
delle armi nonostante il 4-0 con cui si è concluso l’incontro. Un risultato
probabilmente bugiardo ed esagerato, perché sino all’80’ i magiari erano ancora
in partita ed erano sotto solo di un gol. Poi il calo fisico evidente, ha
permesso ai diavoli rossi di dilagare e di far assumere contorni abbastanza ampi
al punteggio che punisce oltre i propri demeriti gli ungheresi che hanno anche
avuto diverse occasioni per pareggiare e rendere ancora più incerto l’esito del
confronto. Mentre il Galles di Bale la spunta con una sfortunata autorete di Mc
Auley nel derby con l’Irlanda del Nord, dopo una partita tutt’altro che
piacevole.
Questi i quarti
di finale che si disputeranno a partire da giovedì 30 giugno:
30/6: Polonia –
Portogallo
1/7: Galles –
Belgio
2/7: Germania –
Italia
3/7: Francia –
Islanda
Francesco Montaninio
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