Infatti, la legge dei
grandi numeri non ha risparmiato quasi nessuno, a ben vedere in un’edizione
della manifestazione continentale per nazioni dall’andamento bizzarro ed a dir
poco imprevedibile. L’Italia, ad esempio, è riuscita a battere la Spagna,
rompendo un sortilegio che reggeva dal
lontano 1994 quando ai mondiali americani un Roberto Baggio in stato di grazia
riuscì a matare le furie rosse. Per poi cedere ai tedeschi, sia pure ai calci
di rigore, nonostante che i precedenti pendessero tutti dalla parte degli
azzurri.
La Germania, a sua
volta, si è arresa ad una Francia cui l’incrocio con i portoghesi aveva portato
– sino a domenica sera – sempre bene. Tutto poi faceva presagire che anche
stavolta, la storia si ripetesse, con i lusitani vittime sacrificali adatte per
esaltare la grandeur francese, in un “Saint Denis” pieno in ogni ordine di
posto e disturbato dall'incessante sciamare di insetti.
Dopo appena 8’ di gioco un’entrata durissima (rimasta incredibilmente
impunita dall’incerto Clattenburgh che
non si degnava di estrarre nemmeno il cartellino giallo!) di Payet metteva
letteralmente k.o., il fuoriclasse lusitano Cristiano Ronaldo. Il giocatore più
atteso della finalissima provava a stringere i denti, ma doveva alzare bandiera
bianca al 25’ quando era costretto a lasciare il campo in barella, fra le
lacrime. Al suo posto, l’ex interista Quaresma che rendeva ancor più difensiva
la disposizione tattica di Fernando Santos che modellava così un 4-1-4-1 assai
abbottonato, con il chiaro intento di chiudere ogni spazio e linea di passaggio
ai transalpini.
Nel frattempo, la Francia aveva iniziato di gran carriera, ed un colpo di testa di Griezmann (9’) destinato all’incrocio, era sventato con uno straordinario colpo di reni da Rui Patricio che si inarcava, deviando in corner un pallone che sembrava scavalcarlo. L’estremo difensore portoghese da quel momento in poi, alzava la saracinesca davanti alla propria porta, riuscendo a neutralizzare ogni volta le folate offensive degli uomini di Deschamps, e divenendo così il protagonista assoluto della serata.
Nel frattempo, la Francia aveva iniziato di gran carriera, ed un colpo di testa di Griezmann (9’) destinato all’incrocio, era sventato con uno straordinario colpo di reni da Rui Patricio che si inarcava, deviando in corner un pallone che sembrava scavalcarlo. L’estremo difensore portoghese da quel momento in poi, alzava la saracinesca davanti alla propria porta, riuscendo a neutralizzare ogni volta le folate offensive degli uomini di Deschamps, e divenendo così il protagonista assoluto della serata.
Il Portogallo, dopo la
prevedibile sfuriata iniziale, prendeva poco alla volta le misure ai padroni di
casa che, nonostante il grande sostegno da parte del pubblico amico, facevano
sempre più fatica a scardinare l’attento dispositivo difensivo avversario. Non
era un caso se bisognava attendere quasi lo scadere della prima frazione di
gioco, per assistere ad un’altra occasione confezionata questa volta da Sissoko
che, dopo essersi liberato con una bella finta di un difensore lusitano,
lasciava partire una botta potente in piena area che però Rui Patricio riusciva
anche stavolta a disinnescare.
Non cambiava molto il
leit-motiv nella ripresa, con i blues che provavano a sfruttare la velocità di
Payet (prova abulica, la sua) oppure aspettavano magari la giocata risolutiva
di un Pogba in realtà mai in partita, a dispetto delle sue pompose
dichiarazioni della vigilia e della sua valutazione monstre (circa 120 milioni
di Euro!). Alle velleità francesi, continuava a fare da contraltare un
Portogallo attento e preoccupato soltanto a distruggere le iniziative
avversarie, lasciando praticamente isolato il povero Nanì che era inesorabilmente
chiuso nella morsa dei difensori francesi.
Capitava ancora sulla
testa di Griezmann la palla del possibile 1-0, ma l’attaccante in forza
all’Atletico Madrid non riusciva ad indirizzare nella porta avversaria pur
trovandosi in favorevole posizione. I rossoverdi lusitani dal canto loro prediligevano
l’atteggiamento attendista ed ogni occasione era buona per perdere tempo e
portare così la partita oltre il 90’.
Il match di
conseguenza non regalava grandi emozioni, e quando la Francia con Sissoko ci
provava da lontano, trovava Rui Patricio sempre attento e pronto alla risposta.
Lo stesso accadeva anche a Giroud, abile a liberarsi in area, ma con
conclusione sventata ancora una volta dal portiere del Newcastle. In una delle
rare sortite offensive ospiti, per poco Quaresma non beffava Lloris mentre
Deschamps provava la carta Gignac al posto dello spento Payet. E proprio il neo
entrato, in pieno recupero, per poco non trovava lo spunto decisivo. Bellissima
giocata in piena area portoghese e conclusione a colpo sicuro che superava
stavolta Rui Patricio ma che clamorosamente si infrangeva sul palo. Letteralmente
strozzato in gola l’urlo dei tifosi francesi pronti ad esplodere ed a
festeggiare. Sulla ribattuta, Griezmann non riusciva a trovare la coordinazione
giusta per ribadire in rete e così si arrivava ai tempi supplementari,
esattamente come volevano i lusitani.
La Francia accusava la
stanchezza e la frustrazione di non essere riuscita a sbloccare l’incontro, pur
avendo avuto a disposizione diverse palle-gol per centrare il terzo europeo. Il
tecnico portoghese Santos, dal canto suo, intanto ne approfittava per
modificare in corsa la disposizione tattica della propria squadra mandando in
campo Eder.
L’impatto sulla gara dell’attaccante del Lille era devastante: nel secondo tempo supplementare, dapprima si procurava una punizione dai 25 metri (a dire il vero inesistente, con tanto di ammonizione ingiusta per Koscielny) su cui Guerreiro (108’) colpiva la traversa, pareggiando il conto dei legni colpiti, a Lloris praticamente battuto. Poi, due minuti dopo, trovava lo spunto decisivo approfittando del troppo spazio lasciatogli a disposizione dalla difesa francese e trovando il varco giusto per scoccare una rasoiata che non dava alcuno scampo a Lloris. Scendeva il gelo su Saint-Denis, con lo spicchio di stadio rosso-verde letteralmente in estasi. Gli ultimi 10’ di gioco, vedevano i padroni di casa alla disperata ricerca del pareggio. Capitava sui piedi di Martial, la palla buona. Ma il bomber del Manchester United, gettato nella mischia da Deschamps, non aveva la giusta cattiveria in area per trafiggere Rui Patricio e portare la contesa ai calci di rigore.
L’impatto sulla gara dell’attaccante del Lille era devastante: nel secondo tempo supplementare, dapprima si procurava una punizione dai 25 metri (a dire il vero inesistente, con tanto di ammonizione ingiusta per Koscielny) su cui Guerreiro (108’) colpiva la traversa, pareggiando il conto dei legni colpiti, a Lloris praticamente battuto. Poi, due minuti dopo, trovava lo spunto decisivo approfittando del troppo spazio lasciatogli a disposizione dalla difesa francese e trovando il varco giusto per scoccare una rasoiata che non dava alcuno scampo a Lloris. Scendeva il gelo su Saint-Denis, con lo spicchio di stadio rosso-verde letteralmente in estasi. Gli ultimi 10’ di gioco, vedevano i padroni di casa alla disperata ricerca del pareggio. Capitava sui piedi di Martial, la palla buona. Ma il bomber del Manchester United, gettato nella mischia da Deschamps, non aveva la giusta cattiveria in area per trafiggere Rui Patricio e portare la contesa ai calci di rigore.
Gli ultimi palpitanti istanti
di gara, vedevano l’infortunato e claudicante Cristiano Ronaldo (con una
vistosa fasciatura sul ginocchio infortunato), sostenere i suoi a gran voce
dalla panchina. Il triplice fischio finale dava il via alla grande festa di un
paese che mai nella sua storia calcistica aveva visto la propria nazionale prevalere, e che poteva così gustarsi l’emozione della
sua prima volta. Lacrime amare invece per una Francia incredula e sotto choc,
per una grande occasione sprecata.
Si conferma dunque
l’effetto “12”, visto che a 12 anni di distanza dalla Grecia ed addirittura 24
dal miracolo Danimarca, il Campionato Europeo vede il trionfo di un’outsider,
anche se di lusso, come la nazionale portoghese trascinata dalla stella del
Real Madrid, Cristiano Ronaldo che detiene anche il particolare record di aver
realizzato dei gol (ben 9) nelle ultime 4 edizioni disputate. Nel caso
specifico, va sottolineato poi come il Portogallo aveva chiuso il proprio
girone al terzo posto con tre pareggi contro Islanda, Ungheria ed Austria ed
era stato ripescato solo perché aveva realizzato 4 gol. Una grande applicazione
difensiva, unita alle invenzioni dei giocatori più rappresentativi dal punto di
vista tecnico hanno permesso di centrare un successo imprevisto, e per questo
ancora più bello.
L’appuntamento adesso
è per il 2020, con un’edizione che sarà itinerante e dove tutte le nazionali europee
dovranno ottenere la qualificazione sul campo, se vorranno prendervi parte.
TABELLINO
Portogallo (4-4-2): Rui Patricio, Cedric, Pepe, Fonte,
R. Guerreiro, Sanches (34' st Eder), Adrien Silva (22' st Moutinho), William
Carvalho, Joao Mario, C.Ronaldo (24' pt Quaresma), Nani. (12 Lopes, 22 Eduardo,
6 Ricardo Carvalho, 2 Bruno Alves, 11 Vieirinha, 19 Eliseu, 15 Gomes, 13
Danilo, 18 Rafa Silva). All.: Santos.
Francia: (4-2-3-1): Lloris, Sagna, Koscielny, Umtiti, Evra, Pogba, Matuidi, Sissoko (6' sts Martial), Griezmann, Payet (13' st Coman), Giroud (34' st Gignac). (16 Mandanda, 23 Costil, 2 Jallet, 17 Digne, 4 Rami, 13 Mangala, 5 Kanté, 6 Cabaye, 12 Schneiderlin). All.: Deschamps.
Francia: (4-2-3-1): Lloris, Sagna, Koscielny, Umtiti, Evra, Pogba, Matuidi, Sissoko (6' sts Martial), Griezmann, Payet (13' st Coman), Giroud (34' st Gignac). (16 Mandanda, 23 Costil, 2 Jallet, 17 Digne, 4 Rami, 13 Mangala, 5 Kanté, 6 Cabaye, 12 Schneiderlin). All.: Deschamps.
Arbitro: Clattenburg (Ing).
Angoli: 9-5 per la Francia. Recupero: 3', 3', 0 e 2'.
Ammoniti: Cedric, Joao Mario, Umtiti, Guerreiro, Matuidi, William Carvalho per
gioco falloso, Koscielny e Pogba per gioco scorretto.
Francesco Montanino