Rio de Janeiro (Brasile) - Il Brasile chiude in bellezza la propria esperienza olimpica, conquistando il gradino più alto del podio nelle due attesissime finali che lo hanno visto protagonista. Nel calcio e nel volley maschile, i verde-oro l'hanno spuntata, superando rispettivamente la Germania e l'Italia.
Nel primo caso, si è consumata la rivincita contro i tedeschi covata dopo la cocente umiliazione del "Mineraizo" di due anni fa, quando i sudamericani persero in semifinale 7-1 con quella che poi sarebbe stata la nazionale campione del mondo. Nel volley, invece, è arrivata la riconferma al cospetto degli azzurri che proprio non riescono a sfatare il tabù olimpico, nonostante l'aver sfoderato delle prestazioni a dir poco entusiasmanti.
Partiamo dalla finale del torneo calcistico, dove Neymar & C. l'hanno spuntata solo ai calci di rigore, al termine di un incontro inchiodato sull'1-1 sia dopo i 90' regolamentari che ai supplementari. Gara vibrante, con i tedeschi come al solito duri a morire ed in grado di far tremare per ben tre volte i legni della porta difesa da Weverton che si sarebbe poi eretto a protagonista decisivo, nella roulette russa dei rigori. Sbloccava al 27' la contesa la stella del Barcellona Neymar, con una splendida punizione che faceva esplodere il "Maracanà". La gioia lasciava però lo spazio al timore di un altro flop, quando al 61' Meyer trovava la rete del pareggio.
Si proseguiva a strappi, con i padroni di casa che cercavano inutilmente il gol vittoria e la conclusione inevitabile era il prolungamento del match all'overtime ed, infine, ai rigori. L'estremo equilibrio era rotto dall'errore di Petersen che si faceva letteralmente ipnotizzare da Weverton, consegnando di fatto su un piatto d'argento la possibilità di portare a casa l'oro, a Neymar. Il fuoriclasse blaugrana non falliva l'appuntamento con la storia, e così il Brasile poteva finalmente festeggiare il suo primo trionfo olimpico nel calcio, dopo che nelle ultime 8 edizioni per ben 5 volte si è affacciato in zona podio.
Nell'atto conclusivo del torneo di volley maschile, bissato il successo di 12 anni fa ad Atene, ancora una volta contro l'Italia. Vale la singolare "regola del 12" visto che si tratta del terzo successo brasiliano, dopo le medaglie d'oro conquistate nel 1992 (Barcellona) e nel 2004 (Atene). Il sestetto schierato da Bernardinho ha però dovuto sudare le proverbiali sette camicie, a dispetto del 3-0 conclusivo, prima di spuntarla sugli azzurri di Blengini.
Come avevamo previsto in sede di pronostico, sono stati decisivi i dettagli visto che i set sono finiti 25-22, 28-26 e 26-24. A fare la differenza, ci ha pensato la cattiva giornata della ricezione della squadra azzurra, apparsa visibilmente contratta ed incapace di esprimere al meglio il proprio gioco. Eppure nei primi due parziali, la squadra di Blengini partiva bene salvo poi fermarsi e subire la rimonta dei padroni di casa che, sospinti dal proprio pubblico, conquistavano in volata entrambi i set. Punto a punto anche l'ultima frazione di gioco, decisa da un muro di Lipe al secondo match-ball. Il "Maracanazinho" poteva iniziare la propria festa, mentre per l'Italvolley la maledizione olimpica continua, nonostante le cose belle fatte vedere da Juantorena e Zaytzev che hanno esaltato le virtù di un collettivo che comunque è destinato ancora a far parlare di sé.
Le Olimpiadi di Rio de Janeiro passeranno alla storia come quelle dei record in fatto di vittorie conquistate da parte di due mostri sacri nelle rispettive specialità. Il nuoto e la velocità su pista festeggiano infatti Michael Phelps ed Usain Bolt quali loro imbattibili ed indiscusse icone. Lo squalo di Baltimora a 31 anni, con ben 28 medaglie conquistate in ben 5 edizioni olimpiche, ha annunciato da pochi giorni il suo ritiro per potersi completamente dedicare alla propria famiglia. Non prima però di aver impreziosito il suo ricchissimo palmares, con ben cinque medaglie d'oro ed una d'argento! Phelps chiude così, alla sua maniera, una carriera fatta di trionfi dove è riuscito persino a cancellare il ricordo di Mark Spitz altra leggenda della vasca, tanto da meritarsi l'appellativo di nuotatore più forte di tutti i tempi: il bottino di ben 23 ori, 3 argenti e 2 bronzi valgono ben più di qualsiasi discussione.
Analogo discorso può essere fatto per il giamaicano Usain Bolt, che danni detta legge nei 100 metri, nei 200 metri ed anche nella staffetta 4x100. La scorsa notte, lo sprinter ha conquistato la sua nona medaglia d'oro nelle partecipazioni olimpiche. Giunto alla sua terza olimpiade, Bolt anche stavolta si è confermato ai livelli più alti pur non avendo migliorato i record che egli stesso ha fissato in questi ultimi anni.
Così come le ricorderemo per le promesse di matrimonio fatte da alcuni atleti alle loro metà ed anche purtroppo per la brutta storia del doping, in cui a stelle di prima grandezza come Elena Isinbayeva è stato negato il visto per la partecipazione in nome di un principio assurdo ed assai opinabile che semmai dovrebbe sempre e solo riguardare chi ricorre a squallidi trucchetti per prevalere. Senza magari coinvolgere chi, con queste pratiche sleali e disoneste, non smetteremo mai di ripeterlo non centra nulla!
Spettacolare ed a ritmo di musica, la cerimonia di chiusura con cui si è spenta la fiamma olimpica. L'appuntamento è fissato fra quattro anni, quando i Giochi sbarcheranno a Tokyo per la loro edizione numero 32.
Francesco Montanino
Francesco Montanino
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