OLIMPIADI, INCROCIO AGRODOLCE FRA ITALIA E STATI UNITI


Rio De Janeiro (Brasile) - L'incrocio americano termina in perfetta parità, per i colori azzurri. Alla straordinaria e, per certi aspetti, epica vittoria in semifinale per l'Italvolley di Gianlorenzo Blengini, ha fatto letteralmente da contraltare la netta sconfitta rimediata dal Setterosa nella gara che valeva l'oro contro le dirimpettaie a stelle e strisce.
Doveroso partire con la partita incredibile della nazionale di volley maschile che ha superato al tie-break la fortissima selezione statunitense, al termine di una gara destinata ad entrare nella storia olimpica di uno sport spettacolare come pochi, e che ha fatto rivivere il mito della generazione dei fenomeni dei LucchettaZorziCantagalli, Giani, Tofoli e De Giorgi. Che sotto la guida di Julio Velasco proprio al "Maracanazinho" conquistarono il titolo mondiale, un quarto di secolo fa, al cospetto di Cuba. 
Una partita ricca di colpi di scena e di emozioni, in cui si è visto davvero di tutto. Primo set appannaggio degli azzurri che, dopo aver annullato la bellezza di 5 palle set, facevano centro alla prima occasione (30-28) grazie a due aces di Birarelli. Copione identico, ma stavolta a parti invertite, nel secondo parziale dove erano gli statunitensi a prevalere ai vantaggi (26-28) dopo che l'Italia aveva comunque dato l'impressione di poterselo aggiudicare senza colpo ferire. 
Nel terzo set, gli azzurri accusavano un incredibile ed inspiegabile passaggio a vuoto che permetteva agli americani di esprimersi al massimo delle proprie potenzialità. Henderson ed Holt colpivano da tutte le posizioni e gli attacchi di Juantorena si infrangevano puntualmente sul muro avversario che rispediva al mittente qualsiasi tentativo di riscossa. Terminava con un eloquente 25-9 che la diceva tutta sulla differenza di approccio e rendimento espressa dai due sestetti. La svolta del match, però arrivava nel quarto set quando gli americani davano l'impressione di poter chiudere, portandosi sul 22-20. Andava in battuta Ivan Zaytzev che saliva in cattedra, da par suo: lo "zar" faceva partire, nel momento più difficile dell'incontro, dal proprio braccio autentiche cannonate che mandavano in tilt la ricezione americana. Una micidiale e terrificante sequenza di 5 bordate di fila firmate dal martello in forza a Perugia, permettevano alla nazionale azzurra di riacciuffare una partita che ad un certo punto sembrava persa e di invertire completamente l'inerzia psicologica di un match che al tie-break vedeva il logico trionfo dei ragazzi di Blengini (15-9). Che poteva così godersi la gioia di giocarsi l'oro nella finalissima di domani contro il Brasile (inizio ore 18,15) che intanto nell'altra semifinale si è sbarazzato della Russia con un comodo e perentorio 3-0.
Una partita che assume mille significati, e non solo perché proprio contro i verde oro (che saranno presumibilmente spinti dalla loro caldissima torcida)  iniziò il mito di quella nazionale che negli anni '90 fece conoscere a tutti il fascino e lo spettacolo della pallavolo. Ma sarà anche e sopratutto la rivincita della finale di 12 anni fa, quando gli azzurri fallirono l'appuntamento con l'oro e con la storia, soccombendo in finale proprio contro il Brasile. Stavolta, lo scenario potrebbe capovolgersi e decisiva in tal senso potrebbero rivelarsi l'entusiasmo, lo stato di forma ed anche la consapevolezza di non avere nulla da perdere. I pronostici infatti pendono tutti sia pur leggermente dalla parte dei brasiliani che hanno l'indubbio vantaggio di giocare in casa, anche se il precedente della fase a gironi che ha visto gli azzurri prevalere per 3-1 induce a pensare ad una gara assai equilibrata, in cui saranno come al solito i dettagli a fare la differenza.

Destino diametralmente opposto invece per il Setterosa di Fabio Conti, battuto nettamente (12-5) nella finale che valeva il gradino più alto del podio nel torneo di pallanuoto femminile, contro la selezione USA che ha confermato nel torneo di essere di diverse spanne superiore rispetto alle altre squadre. Un dominio netto ed incontrastato, confermato anche nella gara che assegnava l'oro in cui le americane hanno evidenziato sin dalle primissime battute, la differenza di valore e di tasso tecnico attualmente esistente. Il primo quarto terminava 4-1 per le campionesse olimpiche in carica, e non bastavano la verve e la vena della Radicchi che provava ad infastidire inutilmente le statunitensi, che a tratti sono sembrate un vero e proprio rullo compressore.
"Chi capisce di pallavolo - ha affermato a fine gara Conti - sa benissimo che queste ragazze hanno compiuto un vero e proprio miracolo sportivo. Se ci avessero detto ad inizio torneo che avremmo vinto l'argento, ci avrebbero preso per matti. Il risultato maturato in piscina è netto, e bisogna fare i complimenti alle americane che sono una corazzata. Non avremmo dovuto farle andare via ad inizio gara, ma non ci siamo riusciti perché non abbiamo retto l'urto. Mi consola però pensare che abbiamo fatto meglio di Australia e Spagna, che siamo stati bravi a lasciarci alle spalle".

Francesco Montanino

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